La Via Romea Germanica Imperiale è una delle vie Romee Germaniche, ossia le Rotte Culturali Europee, interseca i principali cammini europei e italiani, laici e religiosi. Con più di duemila anni di storia, la via è stata teatro di numerosi avvenimenti storici: qui vi hanno transitato una sessantina di Imperatori tra cui Enrico IV, Papi tra cui Pio VII, diretto a Parigi per l’incoronazione di Napoleone, San Francesco, Matilde di Canossa, interi popoli come Galli, Celti, Etruschi, Romani, Cartaginesi, ma anche mercanti, artisti, poeti, pellegrini ed eserciti, come le orde di barbari responsabili della caduta dell’Impero Romano.
La Via collega le coste del Mare del Nord a Gerusalemme e attraversa l’Italia dal Brennero a Roma. Il tratto di nostro interesse comprende il collegamento da Trento ad Arezzo, compreso di varianti e collegamenti, si estende per 870 km e si compone di 33 tappe. É gestito dall’Associazione Via Romea Germanica Imperiale A.p.s. con sede a Pavullo nel Frignano (MO), è stata fondata nel 2020 con la missione di far conoscere i luoghi della storia, la cultura e raccontare le tradizioni a questi legate attraverso la promozione dei cammini.
Variante Sassuolo
La variante di Sassuolo, come le altre varianti, nasce come conseguenza a mutamenti geologici, naturali e politici. Il percorso si stacca da quello tracciato alcuni anni fa a Rovereto sulla Secchia e che si ricongiunge a Pavullo nel Frignano. Attraversa i comuni di: Carpi, Campogalliano, Rubiera, Formigine, Sassuolo, Prignano, Serramazzoni. Ripercorre viabilità antiche, tra cui la via Giardini che originariamente transitava per Carpi, voluta da Leopoldo di Lorena e Francesco d’Este per congiungere Firenze a Vienna, capitale dell’Impero Asburgico. Da nord a sud sono molti i monumenti e i luoghi storici che si incontrano lungo la via: il Palazzo Pio e la Sagra, a Carpi, a Fossoli, poco lontano, il Campo di Concentramento, il Palazzo Ducale a Sassuolo, il Castello di Montegibbio e la Torre della Bastiglia a Serramazzoni. Anche personaggi storici transitarono qui, come Matilde di Canossa, che risiedette a Montebaranzone per recarsi alle Terme della Salvarola.
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